L’oggi dell’Azione Cattolica in questa comunità è attraversato da un filo sempre caldo che da una parte la tiene unita in modo vitale alla storia della sua parrocchia, al punto che possiamo dire che l’AC è sicuramente un pezzo e parte significativa della vita della stessa, e dall’altra la rivela come coscienza critica o almeno come presenza critica nella pastorale e nello sforzo dell’evangelizzazione. Però sempre fedele e obbediente nella comunione.
E’ un filo che collega il centinaio di iscritti già presenti  50 anni fa agli esordi della parrocchia, attraverso i 220 aderenti del 1971, i 131 del 1995 fino ai 70 di oggi.

Due le connotazioni che hanno sempre accompagnato la nostra associazione: un legame profondo e radicale nella parrocchia e il fatto di non essere mai stata l’unica espressione di gruppo o individuale operante nella nostra comunità.
Questi aspetti sono stati e sono tuttora una ricchezza, cosa che è stata percepita dai nostri amici di 50 anni fa, superando nel tempo la tentazione diffusa nelle parrocchie, a volte sostenuta dai sacerdoti, di ritenersi l’unica o prevalente modalità di presenza laicale nell’azione formativa e nelle attività pastorali; ed in effetti erano tempi in cui l’AC, in assenza dei consigli e commissioni pastorali poi stimolati dal Concilio, si identificava nel gruppo attivo e presente nella comunità attraverso i suoi organismi associativi; l’AC aggregava praticamente tutti nelle iniziative oratoriane, nel servizio liturgico, nella catechesi dei bambini, dei giovani e degli adulti e in buona fede si adoperava per la parrocchia attorno ai propri preti che si affidavano a queste persone, dando loro incarichi e chiedendo collaborazione.

Questa annotazione è necessaria per cogliere l’evoluzione attraverso gli anni della riflessione del Concilio Vaticano II che ha portato agli sviluppi e al rinnovamento degli anni ’70, anche nel gruppo della nostra comunità. E’ il tempo in cui il gruppo si è fatto espressione tangibile dei frutti del Concilio, visibile a tutti in questa comunità, una visibilità “trasparente” per testimoniare umilmente ma in modo decisivo che i laici, tutti i laici, sono parte del popolo di Dio e che la loro azione è necessaria alla missione anche di questa Chiesa al punto che senza di essa lo stesso apostolato dei pastori e dei nostri sacerdoti potrebbe non raggiungere la sua piena efficacia nell’oggi.

Oggi in questa comunità questo non è più un’idea, ma un’esperienza, anche grazie ai sacerdoti che l’hanno attraversata e a don Gianni e don Paolo che la guidano in questo tempo, certo sempre da migliorare e da far crescere per le resistenze di noi laici, ma che vive come opportunità di fede e di relazioni umane per tutti.

E’ ancora lo stesso filo caldo che da quei laici che hanno famiglia, lavorano, fanno politica e spendono tempo nella loro parrocchia invitando gli uomini e le donne, i bambini e i giovani del quartiere a vivere la propria vocazione cristiana e a partecipare alla vita della comunità, a costruire la comunità, arriva fino a noi nell’espressione controversa e profetica della scelta religiosa dell’AC, sintesi del senso profondo della spiritualità laicale.
La nostra AC è radicata nella parrocchia, appartiene alla parrocchia, ma ha lo sguardo sul territorio e sul mondo, sulla diocesi e sulla Chiesa.

Fin qui dal nostro osservatorio, ma ci chiediamo anche quale è il punto di vista della parrocchia, delle persone della parrocchia; tra varie percezioni si potrebbe cogliere che l’AC è vista come un gruppo di brave persone, di cristiani sempre presenti in Chiesa nelle varie occasioni liturgiche e sicuramente tutte le domeniche a messa, che frequentano la compagnia dei preti, amano prendersi incarichi e impegni nella comunità, si compiacciono di partecipare ai consigli in parrocchia dove fanno discorsi alti, parlano difficile, si intendono tra di loro, formano un gruppo in cui sembra difficile entrare, sempre che interessi, tanto sono sempre quelli.
Ebbene, noi sappiamo che dietro quei numeri ci sono persone che ogni anno hanno messo in campo il loro tempo, le loro competenze, il loro servizio e la loro umanità, costantemente per 50 anni, abbiamo avuto esempi in molte persone di cui non facciamo i nomi per non rischiare di dimenticare qualcuno; dietro l’AC di fatto ci sono facce concrete, ci sono volti che portano il loro vissuto, che raccontano l’esperienza di essere laici cristiani fedeli di Cristo nel quotidiano del lavoro, della famiglia, della scuola, della società, delle relazioni significative con le persone per costruire la comunione ecclesiale. E’ il vero senso della spiritualità laicale.

Per questo ci mettiamo insieme, in forma organica e associata, per ricordarci vicendevolmente della nostra vocazione di cristiani e per sostenerci nel suo progressivo realizzarsi, attraverso l’amicizia, la formazione cristiana e il sentirsi corresponsabili ad ogni età; ed è per questo che l’AC si è proposta per tutte le età, prendendosi cura in questi anni della crescita e del protagonismo dei bambini, degli adolescenti e dei giovani come freschezza del presente e germi del futuro e impreziosendo la presenza silenziosa degli anziani.

Allora celebrare questo cinquantesimo ha il significato di riconfermare oggi come allora la presenza di queste facce, il legame di amore verso la comunità da parte di queste facce, la volontà e la capacità di relazionarsi con tutti perché la comunità diventi ambiente familiare, l’affetto per i nostri sacerdoti e la disponibilità a servire e lavorare con loro per il Vangelo, consapevoli che è sempre lo Spirito del Signore a soffiare, sospingere e guidare la nostra Chiesa.

ACR E ACG

C’erano una volta, 150 anni fa, i giovani Mario Fani e Giovanni Acquaderni: essi fondarono un’associazione che, ben presto, vide tra i suoi obiettivi quello di occuparsi della formazione e della crescita dei fanciulli cattolici. Ci sono oggi, in Italia, migliaia di acierrini e qualcuno di loro cresce anche qui, nella parrocchia di Cristo Re.
L’Azione Cattolica Ragazzi (ACR) è un cammino di crescita nella Fede, è una proposta che vuole aiutare i bambini e i ragazzi a maturare come persone e come cristiani.

Nel nostro oratorio, l’ACR accoglie tutte le domeniche mattina dopo la S. Messa, bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni. L’attività proposta dagli educatori si basa sulla “catechesi esperienziale”: si parte cioè dalla quotidianità di ciascuno, fatta di amici, famiglia, scuola, sport, oratorio, cercando di avere attenzione particolare alle iniziative parrocchiali e alla territorialità del quartiere dove viviamo. Ed è proprio nella vita di ogni giorno che si va a scoprire con i ragazzi come vivere concretamente il Vangelo: l’AC infatti assume la sfida ad annunciare e testimoniare ai più piccoli la persona di Gesù, con le forme più adatte ad ogni arco di età.

Idea fondamentale è che i ragazzi siano protagonisti, che possano riflettere insieme e confrontare le proprie idee, che ognuno possa donare al gruppo le proprie qualità e limiti. E’ questa davvero una grande valenza educativa in una società che richiede di essere sempre secondo gli standard del bello, bravo e realizzato. E’ compito dell’educatore avere una forte attenzione verso ciascun ragazzo e la sua storia: saper accogliere ogni bambino e saperlo far accogliere dal gruppo, sempre pronto ad ospitare chi vuole entrare a farne parte. E’ importantissimo, inoltre, intrecciare un rapporto con le famiglie, a cui si cerca di dare un piccolo aiuto nella crescita dei loro figli. Annualmente l’ACR propone un cammino diviso in tre fasi: il Mese del Ciao, momento di ritrovo, accoglienza e lancio della proposta annuale; il Mese della Pace con particolare attenzione a realtà meno fortunate, vicine e lontane; il Mese degli Incontri, che vede l’attività maggiormente aperta agli altri. Questa è solo una scansione temporale che dev’essere costantemente riempita di contenuti e non solo. Fare ACR non è facile: non è giocare per un’ora o imparare l’inno dell’anno; sicuramente il gioco è strumento fondamentale, soprattutto con i più piccoli. L’attività ACR è fatta di tanti strumenti: video, foto, canzoni, giochi di ruolo, cartelloni, storie, Vangelo, testimonianze del passato e del presente… ma è fatta soprattutto dì PAROLE, RELAZIONI, AMICIZIA, GRUPPO.

Per gli educatori fare ACR è l’impegno e la passione nel costruire una rete che unisca il tema dell’anno a dei messaggi da dare e far capire ai ragazzi attraverso vari strumenti e attività. La soddisfazione più grande non è il gioco ben riuscito, ma sono le relazioni che si creano a poco a poco: è l’aiuto reciproco, è l’impegno nel preparare lo spettacolo per la pace, è vedere i ragazzi delle medie che imparano a farsi carico dei più piccoli; è anche vedere che se si litiga, ci si rimane male perché con un amico e un fratello spiace litigare. E’ maturare piano piano quel senso di famiglia che l’associazione ti fa respirare: imparare a essere insieme, accettandosi e condividendosi. Nel percorso di crescita trai gruppi (da piccolissimi a 6/8, a 9/11 e 12/14), l’ACR cerca di far maturare nei ragazzi la capacità di un impegno attivo e di essere missionari fra i loro coetanei.

Crescendo, nell’adolescenza, i Giovanissimi (ACG) trasformano questo impegno in servizio ai più piccoli e alla parrocchia, perché, come giustamente piace sottolineare a loro, sono di AZIONE cattolica. Nell’oggi della nostra parrocchia, giovani e giovanissimi di AC sono impegnati nei percorsi di Iniziazione Cristiana, nelle attività estive dell’oratorio – grest e campo in montagna -, nell’animazione ai piccolissimi in diverse occasioni – gruppo famiglie e percorso 0-6 anni -, nell’essere a loro volta educatori ACR, nell’impegno di servizio che annualmente si assumono verso realtà che chiedono sostegno (dopo¬scuola Coop. Iride e, attualmente, accompagnare alla S. Messa gli anziani che risiedono all’Ospizio Soldi). Li accompagna un cammino di formazione personale che passa sempre attraverso la loro quotidianità, ma che offre ai giovanissimi maggiori spazi per la riflessione e il confronto, tra di loro, con gruppi di altre parrocchie e con la Parola.

Essere di Azione Cattolica, dall’ACR all’ACG, è la voglia di mettersi in gioco, crescere insieme nella Fede, dedicare tempo e passione alle relazioni con gli altri, con la semplicità di sé che ognuno può offrire.