LA NASCITA

Nella parrocchia nata da poco (1959) il primo parroco don Rinaldo Boni riunisce un gruppo di persone perché si prendano cura delle necessità dei più deboli della comunità, ottenendo una risposta generosa: ispirandosi al carisma di San Vincenzo de’ Paoli i volontari guidati da Fanny Capodaglio e Lucia Marcatelli danno vita nel 1960 alla conferenza parrocchiale, convinti che sia la carità a rendere credibile una comunità cristiana.

Mentre il quartiere si espande e vive grandi cambiamenti, con il sorgere di grandi condomini e l’esodo delle famiglie ancora numerose verso la periferia, le protezioni sociali sono ancora deboli e il servizio sanitario nazionale solo un miraggio, la San Vincenzo cresce numericamente, si organizza e tramite le visite domiciliari mette a fuoco le povertà e assume le decisioni più adatte perché l’aiuto diventi responsabilizzante: uno stile che aiuta a maturare insieme e permette di ricevere, ancor prima di dare.

(L’instancabile Fanny Capodaglio instaura inoltre un fortissimo legame tra la parrocchia e le Cucine Benefiche, opera della San Vincenzo tanto amata e sostenuta dalla nostra comunità).

 L’IMMIGRAZIONE E LA CRISI ECONOMICA

Don Aldo Cozzani, secondo parroco di Cristo Re dal 1973 al 2000, con la sua preoccupazione per i lontani e gli ultimi e la sua tensione perché tutti nella Chiesa si sentano a casa, guida la San Vincenzo alle soglie del cambiamento epocale rappresentato dalle migrazioni, insegnando che il primo atto di carità è l’incontro dell’altro nella differenza che sempre rappresenta.

La nuova realtà impegna la Conferenza a cercare nuovi modi di approccio e d’intervento, e la sua presenza in parrocchia è segno ed espressione del bisogno di giustizia e di solidarietà di una comunità fondata sul Vangelo.

Con don Gianni Cavagnoli (2000-2016) continua la capillare educazione alla carità come naturale frutto dell’ascolto della Parola di Dio, che approfondisce la sensibilità della comunità di Cristo Re alle numerose situazioni di disagio presenti sul territorio ed aggravate dalla grave crisi economica iniziata nel 2008 e non ancora risolta( 2017).

Nel 2016 confluiscono nella Conferenza parrocchiale i 5 componenti del gruppo vincenziano giovanile di S.Facio, chiuso per raggiunti limiti d’età: vengono ad arricchire la San Vincenzo con l’entusiasmo e la fantasia della loro età, continuando il loro precedente servizio dello sportello abiti fino al 2017. Purtroppo problemi relativi al locale adibito all’attività e scarsità della domanda li costringono alla cessazione del servizio.

Nel solco tracciato dai suoi predecessori don Enrico Trevisi, parroco dal 2016, fin dall’inizio del suo ministero collabora attivamente con la San Vincenzo, sul piano della formazione, nella ricerca di nuovi volontari così preziosi, e nella segnalazione delle situazioni di difficoltà incontrate.

L’esodo di molte famiglie straniere dal nostro quartiere, città e nazione, e la nuova povertà che colpisce tante famiglie italiane sollecita la San Vincenzo a nuove risposte suggerite dalla fantasia della Carità, ed a una maggior collaborazione con la comunità parrocchiale e le altre organizzazioni caritative, perché siamo ancora convinti che nonostante i nostri limiti e le singole inadeguatezze, insieme possiamo fare quel poco che ci è affidato per contribuire ad un altro mondo possibile, sempre più necessario ed urgente (per realizzare quell’ideale di giustizia e di fraternità che il nostro fondatore Federico Ozanam ha posto alla base della nostra opera).

IL CENTRO D’ASCOLTO

Nel 1999 muove i primi passi in un locale dell’oratorio in via Mella il “Centro di ascolto e di aiuto”, che una volta alla settimana fa fronte alle richieste che pervengono a Madre Elda durante le sue visite alle famiglie del quartiere e offre alle persone bisognose l’opportunità di un ascolto discreto del loro disagio familiare o economico, e di un aiuto concreto nella ricerca di lavoro, di un’abitazione o nel fronteggiare altre situazioni di bisogno.

Franca Donati e il gruppo di volontari si trovano ad affrontare nel giro di pochissimi anni i gravi problemi degli assistiti ormai nella stragrande maggioranza stranieri spesso extracomunitari che parlano poco la nostra lingua, senza permesso di soggiorno, senza alloggio, lontani dalle loro famiglie, in cerca di lavoro.

Per l’incremento dell’impegno e le crescenti necessità degli assistiti i volontari del Centro d’ascolto si trasferiscono presto in casa parrocchiale nell’ex studio di don Aldo e portano a due le aperture settimanali, dividendo le proprie attività d’ascolto da quelle riguardanti concreti aiuti di natura economica affidati alla San Vincenzo attiva settimanalmente nella sede attigua.

Negli ultimi anni di attività con la crisi si registra un ulteriore incremento delle richieste, anche da parte di Italiani, e di persone non appartenenti al nostro quartiere, spesso legate alla mancanza crescente di lavoro, oltre al ritorno di assistiti che vengono al Centro per condividere problemi e le più svariate difficoltà d’inserimento.

La mancanza di volontari costringe alla chiusura del Centro d’ascolto nel 2015, e l’attività da esso svolta viene assorbita dalla San Vincenzo, dove tuttora vengono accolte persone che in quella sede sono state ascoltate con competenza ed empatia nel passato e a cui i Vincenziani cercano di offrire la stessa premurosa vicinanza.