Gli interventi di restauro della chiesa parrochiale

La celebrazione eucaristica delle 10.00 di domenica 5 ottobre 2008 ha rappresentato il momento ufficiale della “riconsegna” alla comunità cristiana di Cristo Re della propria chiesa dopo gli interventi, a vari livelli, che l’hanno resa più bella ed accogliente. Nessun taglio di nastro, ma un’inaugurazione sui generis – com’era giusto per un evento di chiesa – caratterizzata soprattutto dalla preghiera di lode e di ringraziamento a Dio e anche a quanti hanno reso possibile questo restauro, per tanti aspetti impegnativo.

Esso, nel volgere di molti mesi e con un notevole impegno economico, fronteggiato con il concorso di tutti i parrocchiani, ma specialmente l’apporto della benefattrice Maria Toccagni Guarneri, ha interessato dapprima il tetto, completamente rinnovato, l’esterno dell’edificio sacro e poi – quello che più è evidente a tutti – la tinteggiatura dell’interno, che è stata eseguita, per unanime riconoscimento, con particolare cura e ottimo risultato, da Marco Villani e collaboratori, sotto l’occhio vigile di persone particolarmente competenti (M. Cristina Regini di “Cremona Restauri” e il prof. Don Pietro Bonometti). Questa non facile operazione (tutta giocata a valorizzare al meglio le varie linee e le superfici con l’accostamento di varie gradazioni del colore) era stata preparata a lungo finché si è giunti a scegliere due colori di base, il rosso e il sabbia, che si richiamano a quelli prevalenti nel mosaico absidale. Un terzo colore, invece, è stato scelto per la vela centrale: l’arancio.

Un altro intervento che ha dato veramente l’esito sperato ha riguardato il grande mosaico del Cristo in trono, quelli nelle cappelle laterali e i relativi marmi. Particolarmente minuziosa la pulitura eseguita, prima a secco per rimuovere la polvere delle tessere, e poi per via umida con detergente idoneo.

Un terzo intervento ha riguardato l’impianto di illuminazione, progettato ed eseguito dalla ditta Melloncelli, che valorizza, nel migliore dei modi, ogni parte della chiesa. Alla fine si può veramente parlare di una messa a nuovo dell’edificio che nel 2009 compirà il mezzo secolo.

Il significato di tutto l’impegnativo restauro, tuttavia, va ritrovato altrove ed è stato ben evidenziato durante la liturgia di domenica 5 ottobre partecipata da moltissima gente, in prevalenza ragazzi e giovani. La S. Messa, presieduta dal parroco don Gianni Cavagnoli e concelebrata dal vicario don Paolo Arienti (presente anche il neo diacono Eliseo Galli) ha offerto a quest’ultimo, durante l’omelia, l’opportunità di alcune significative riflessioni:

“I colori caldi della nostra chiesa – ha detto, fra l’altro – provocano a ripensarsi come comunità cristiana accogliente, in cui la responsabilità per la fede e la disponibilità a giocarsi siano ben presenti a tutti. Ciascuno a suo modo, con i suoi tempi e le sue capacità, è un pezzo di questo colore caldo”.

Il sacro rito si è, infine, concluso al momento del congedo con un sentito ringraziamento da parte del parroco don Gianni a tutti coloro che hanno reso possibile l’impresa, a partire dall’arch. Roberto Guereschi, a Giovanni Musoni, a Claudio Ventura per le finiture in legno, agli elettricisti Salvatore e Mirko, al Consiglio parrocchiale per gli Affari economici, alle persone che per lungo tempo hanno curato la pulizia durante i lavori, per rendere sempre fruibile la chiesa per le varie celebrazioni, oltre naturalmente a quelle già ricordate per le specifiche collaborazioni.
Ma il ringraziamento più sentito è stato espresso nella preghiera finale che così diceva:

“O Padre, tu reggi e santifichi la tua Chiesa, riunita in questa santa dimora, ora rinnovata, perché invochi il tuo nome, si nutra della tua Parola e viva dei tuoi sacramenti. Qui lieta risuoni la liturgia di lode, qui salga a te la preghiera incessante per la salvezza del mondo; qui il povero trovi misericordia, l’oppresso ottenga libertà vera e ogni uomo goda della dignità dei tuoi figli, finché tutti giungiamo alla gioia piena nella santa Gerusalemme del cielo”.

Cesare Ghezzi (da “La Vita Cattolica” – 9/10/2008)