Sabato 10 maggio la nostra comunità ha vissuto il suo momento giubilare con un pellegrinaggio parrocchiale verso a Cattedrale, proposto in Consiglio Parrocchiale e organizzato dalla Commissione Famiglia con l’aiuto di volontari e il sostegno di don Pierluigi.
Tre gruppi con tre percorsi diversi e soprattutto con modalità diverse adeguate all’età dei partecipanti: i bambini dell’Iniziazione cristiana con i loro genitori accompagnati dai catechisti e dai Capi Scout, gli adolescenti e i ragazzi guidati da don Pierluigi e gli adulti con don Giulio e don Giovanni.
Tutti insieme, al suono del corno shofar, ci siamo riuniti in chiesa per la preghiera iniziale nella quale abbiamo condiviso il senso del pellegrinare e gli interrogativi che accompagnano il nostro camminare incontro a Cristo, che rappresenta il punto focale del Giubileo. Il tema di fondo comune a tutti i gruppi è di lasciare i propri pesi durante il cammino, riconoscendo i propri limiti, difetti o colpe e togliendo gli ostacoli che impediscono di andare incontro agli altri e a Cristo, lasciarsi qualcosa alle spalle per aprirsi a parole di speranza. Tutti i gruppi sono partiti dalla nostra chiesa, ciascuno camminando dietro una croce e una bandiera portate da alcuni partecipanti e ciascuno con le proprie tappe prima di arrivare in piazza Duomo.
I bambini, portando la croce e la bandiera di colore rosso, hanno fatto tappa presso l’oratorio di san Pietro; qui hanno rappresentato la strada dalla chiesa alla Cattedrale:
nel cammino si possono trovare ostacoli, ci si può distrarre, si può inciampare, il tutto attraverso disegni e figure che arricchiscono il tragitto; tutto si supera aiutandosi reciprocamente e soprattutto prendendosi dei semplici impegni per diventare più buoni. E poi verso la Cattedrale.
I ragazzi e adolescenti, bandiera verde, hanno camminato con una corda ciascuno tenendo in mano lungo la strada uno dei nodi della corda; proviamo a riconoscere almeno uno dei nodi del nostro cuore: un nostro limite che non sappiamo proprio accettare, un difetto di cui desidero liberarmi, una mia colpa …
Hanno fatto tappa presso l’oratorio di Sant’Agostino dove per prima cosa ci sono letteralmente messi allo specchio per guardarsi dentro con coraggio e dare un nome al nodo. Poi il coraggio di parlare del proprio nodo agli altri, chiedendo aiuto per riuscire a portarlo o a snodarlo; anche per questo serve un po’ di coraggio, soprattutto per riconoscere che anche gli altri hanno dei nodi e quindi farsi carico del loro peso. Infine coricandosi con lo sguardo verso il cielo nel silenzio hanno chiesto perdono per i propri nodi, affidandosi alle mani di Gesù che è più grande di ogni nodo e di ogni peso e può aiutare a scioglierli, se con coraggio lo lasciamo fare. E poi in cammino verso la Cattedrale.
Gli adulti sono partiti da Cristo Re con un sasso in mano, segno dei pesi che vorrem
mo lasciarci alle spalle in questo cammino giubilare; durante il tragitto verso la chiesa di San Luca ciascuno ha cercato di dare un nome a quel sasso che, arrivati in chiesa, abbiamo lasciato davanti all’altare scambiandolo con un rametto di ulivo, segno di speranza e di conversione. A San Luca ci ha accolto padre Giorgio che ci ha invitato a pensare parole di speranza da portare alla Casa dell’Accoglienza, scelta dalla Diocesi come opera-segno dell’anno giubilare, cui indirizzare le azioni di carità.
Qui abbiamo fatto la seconda tappa accolti da don Pier Codazzi che ci ha raccontato i lavori di ristrutturazione che si stanno facendo per recuperare la Casa nel suo pieno utilizzo, richiamando il fatto che le opere di carità sono parte dell’evento giubilare come il pellegrinaggio. A seguire ciascuno ha arricchito i rotoli con le parole di speranza pensate durante il cammino.
E poi verso la Cattedrale.
Tutti e tre i gruppi si sono riuniti in piazza Duomo e, dopo aver fatto memoria del Battesimo, insieme siamo entrati in Cattedrale: passaggio cruciale attraverso la porta santa per incontrare Gesù Cristo, lasciando alle spalle i pesi dell’inimicizia, dell’egoismo, della mondanità.
Nella preghiera conclusiva il richiamo agli affreschi del Duomo ci ha aiutato a ripercorrere la storia della salvezza e ha spostato il nostro sguardo sul Cristo in trono nell’abside davanti al quale abbiamo raccontato la nostra fede con il Credo apostolico. Non poteva mancare la preghiera a Maria, a cui è dedicata la Cattedrale prima di concludere con la benedizione al termine del pellegrinaggio.
Sì, ci siamo sentiti comunità e come segno visibile di questo ciascuno ha ricevuto una tessera con la quale ricostruire il mosaico del Cristo Re della nostra chiesa: davanti alla Cattedrale ognuno di noi ha così messo la propria tessera; la figura del mosaico non è completa perchè ci ricorda che la comunità è aperta, pensando alle persone che non hanno potuto partecipare e a coloro che ancora sono titubanti, ma che siamo pronti ad accogliere.
Poi alla spicciolata si è tornati alle nostre case, arricchiti di questa bella e profonda esperienza comunitaria di unità e di cammino, simbolo del nostro desiderio di essere speranza per tutti e testimoni dell’amore che mai ci abbandona.
Preghiera iniziale a Cristo Re Preghiera conclusiva in Cattedrale