Gli incontri sulla Parola sono proseguiti, anche se per via telematica, non abbiamo mai smesso, e questo è bello perché è il segno che la Parola è sempre in mezzo a noi e ci guida.

Mercoledì scorso abbiamo letto il Vangelo della domenica cosiddetta del Buon Pastore e ci incontriamo ancora ogni mercoledì alle 21.

In Palestina spesso le greggi di più pastori venivano custodite in spazi comuni in recinti di pietra prima di andare al pascolo; poi quando ogni pastore sulla porta del recinto di pietra chiamava le sue pecore, le sue pecore e solo le sue lo seguivano per uscire e andare al pascolo e riconoscevano la voce del pastore, non si confondevano.

Ecco, Gesù è la porta dell’ovile, occorre passare attraverso di lui per arrivare al pascolo della salvezza. Cerchiamo di essere anche noi bravi come le pecore a riconoscere la voce del Pastore in mezzo alle tante voci di questo mondo, “dei ladri e briganti” che vogliono separarci dall’amore del nostro Pastore. Non possiamo non sentire altre voci, è normale e deve essere così per poter scegliere, anche se non sempre è facile.

Le pecore affrontano il “fuori” ma la familiarità tra di noi e con Gesù, fidandosi di lui, ci sostiene e ci rafforza nel continuare il cammino perché la nostra vita sia “abbondante”.

“Carissimi, se facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio”: così la lettera di San Pietro nella prima lettura; quanto è vero e reale questo in questo tempo di pazienza.