STARE DAVANTI A UN DIO CHE PARLA

Le letture della I domenica di Avvento sono state l’oggetto delle riflessioni nell’ultimo giovedì della Parola.

Un altro brano di Vangelo nel quale ci risulta difficile vedere pienamente la buona notizia, ha un linguaggio un po’ lontano da noi, il genere “escatologico” che caratterizza il periodo liturgico che stiamo vivendo.

Eppure una grande certezza viene annunciata: il Dio della salvezza è venuto e verrà ancora, se siamo svegli e  lo ascoltiamo siamo con lui, nella sua sequela in questo tempo del suo nascondimento, il tempo dello Spirito, il tempo della Chiesa. Ed è Lui a scuoterci, prendendosi l’immagine del ladro: ci richiama alla vigilanza e all’attenzione perché il Signore può essere trovato, la speranza cristiana diventa concretamente l’incontro con il Signore essendo pronti ad accoglierlo.

Come vivere allora questo tempo di attesa?

Portare la fede nella vita, Gesù vuole che ci accorgiamo di Lui nella nostra quotidianità, nelle cose che facciamo, nei nostri pensieri, nelle nostre decisioni; valorizzare la normalità delle cose del mondo con la consapevolezza di orientarle al cielo, consapevoli qui ed ora per andare oltre, una vigilanza che sa alzare lo sguardo perché arrivano giorni di festa.