Si sono conclusi da pochi giorni i campi estivi dell’oratorio e a breve prenderanno il via i vari campi scout.

Queste proposte che ogni anno tornano puntuali e preziose offrono a bambini e ragazzi occasioni di crescita che non dimenticheranno facilmente.

Per quanto riguarda i campi dell’oratorio, il primo turno si è svolto dal 10 al 17 luglio a Pieve Tesino (TN) in Valsugana. Era rivolto a bambini e ragazzi dal terzo anno della primaria di primo grado al terzo anno delle medie. Il numero degli iscritti ha toccato il minimo storico con undici partecipanti più quattro animatori e il prezioso gruppo dei cuochi che con generosa disponibilità hanno accompagnato il gruppo. In totale venti persone ospiti di un bel maso ristrutturato per accogliere gruppi in autogestione.

L’essere pochi non ha impedito ai partecipanti di vivere con intensità ogni giornata tra momenti di preghiera, gioco, attività e gite. Il tempo non è stato sempre clemente ma con fantasia e intraprendenza, gli animatori hanno saputo far fronte ad ogni imprevisto. Al campo si sperimenta la gioia e la fatica dell’essere comunità: la gratuità del servizio, il fare insieme, l’essere squadra nonostante le tante diversità e sensibilità. È sempre bello accorgersi che in situazioni come quelle che si creano nei campi estivi, emergano le particolarità e le unicità di ciascuno. L’essere pochi ci ha permesso di scorgerle davvero in tutti. Nella serata finale ognuno ha messo in gioco i propri talenti per esibirsi in un momento di festa a conclusione di un’esperienza che sembra sempre troppo breve.

Dal 19 al 23 luglio è stata la volta di un campo particolare proposto ai ragazzi di terza media e delle superiori. A bordo di due pulmini il gruppo di quattordici persone in tutto si è diretto alla volta di Assisi. Sono stati cinque giorni molto intensi e ricchi di emozioni. Con un grande gioco per le strade della città i ragazzi hanno potuto prendere confidenza con i principali luoghi in cui sarebbero tornati nei giorni successivi. La visita a questi luoghi dove si è giocata la vita di san Francesco e santa Chiara è stato infatti il filo conduttore del campo.

Abbiamo conosciuto la loro vita anche attraverso la testimonianza di chi, oggi, ne vive il carisma (alcuni frati dei conventi di Assisi e una monaca di clausura del monastero di S. Quirico). I ragazzi hanno poi potuto incontrare anche la figura di Carlo Acutis da poco dichiarato beato che ha sempre avuto uno stretto legame con la città di Assisi e che qui ha voluto essere sepolto. Sono stati cinque giorni davvero belli, vissuti dai ragazzi con impegno e tanta voglia di stare insieme. Anche le camminate fatte per raggiungere la Porziuncola e l’Eremo delle Carceri hanno permesso di sottolineare il senso del campo: un vero pellegrinaggio per permettere ai ragazzi di cogliere, con esperienze e modalità alla loro portata, che la santità è affare bello già anche per loro. Sulla via del ritorno la classica tappa al santuario de La Verna ha concluso un’esperienza da cui tutti sono tornati entusiasti.

don Pierluigi